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Come è facilmente intuibile, gli effetti di un incendio sono disastrosi, sia su persone e animali che su cose. Oltre agli effetti nocivi e, a volte, letali, dei sottoprodotti della combustione illustrati nelle altre sezioni, va aggiunta la progressiva diminuzione di ossigeno presente nell'aria, che porta a un ulteriore abbassamento della capacità respiratoria di chi si trova nell'ambiente in cui si è sviluppato l'incendio, oltre a effetti collaterali quali la diminuzione dei movimenti muscolari, mal di testa, vertigini, fatica, nausea, vomito e paralisi. Inoltre, la limitata visibilità causata dai fumi, combinata all'eventuale crollo di parti della struttura in cui ci si trova, possono portare a fratture e ferite più o meno gravi.

RESISTENZA AL FUOCO DEI VARI MATERIALI
Ma i gas tossici, il calore eccessivo e il fumo non danneggiano solo organismi viventi, ma anche beni e strutture. È molto importante sapere la reazione dei vari materiali da costruzione, per poter valutare le probabilità di rischio di crollo quando si opera su un incendio.
I mattoni pieni resistono benissimo al fuoco, e solo dopo che sono stati esposti per lungo tempo ad alte temperature corrono il rischio di vetrificarsi e di fondere, ma sono casi limite.
I mattoni forati, invece, si rompono dopo poco tempo.
I calcestruzzi hanno una bassa conduttività termica e in generale resistono bene al fuoco, ma subiscono un'azione di sfaldamento superficiale che porta ad esporre direttamente al fuoco le armature.
L'acciaio interno al cemento armato arriva a rompersi quando la temperatura raggiunge gli 800°C.
L'acciaio da costruzione non protetto dimezza la sua resistenza alla rottura a temperature molto più basse di quelle che si hanno durante un incendio. Le strutture costituite in acciaio tendono dunque a crollare improvvisamente se sottoposte a temperature molto elevate.
Il legno, contrariamente a quello che si può pensare, ha una resistenza discreta al fuoco. Le strutture portanti di edifici completamente costruiti in legno tendono a resistere a lungo, perché si crea uno strato carbonizzato esterno che protegge il legno interno.