Aller au contenu principal

 

Gli incendi boschivi sono comunque combustioni, e necessitano di tutti gli elementi necessari a una combustione, compreso combustibile secco, per potere essere innescati. Normalmente, le piante che si trovano nelle macchie e nei boschi mantengono un livello di umidità interno tale da impedire una combustione. Le aree boschive soggette ad incendi, dunque, presentano un clima abbastanza umido da permettere lo sviluppo di vegetazione per un certo periodo dell’anno, seguito da un periodo secco e caldo. Esempi tipici: il veld sudafricano, le aree boschive australiane, le foreste dell’America settentrionale e i boschi dell’area mediterranea. Il riscaldamento globale ha contribuito ad aumentare la frequenza di siccità in tali zone, aumentando l’occorrenza di incendi. È stato notato che l’aumento degli incendi ha sconvolto i cicli naturali di alcune zone boschive, ha eliminato alcune specie vegetali e incoraggiato la crescita di erbe non originarie. Inoltre, è stato notato che alcune specie infestanti ricrescono molto facilmente in zone devastate dagli incendi ma, dato che sono facilmente infiammabili, ne aumentano ulteriormente la frequenza.
Gli incendi boschivi non solo sono influenzati dai cambiamenti climatici, ma contribuiscono ad essi. Durante un incendio, infatti, c’è un alto rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera, più difficilmente riassorbita e processata dalla minor quantità di piante rimaste.