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Si ha autocombustione nel caso in cui si verifichi la combustione di un certo combustibile senza l'applicazione di sorgenti esterne di ignizione.
Due le cause principali dell'autocombustione: l'autoriscaldamento, causato da processi quali la fermentazione o l'ossidazione, o elementi di contorno che ne permettono l'evoluzione. Certe sostanze, che contengono ossidanti, avviano un processo di ossidazione anche senza la presenza di aria, favorendo l'autocombustione. Durante il processo di fermentazione, invece, i fermenti permettono un'ossidazione biologica. Partendo dall'ossigeno atmosferico, portano la sostanza in fermento alla temperatura di 40-45°C in una prima fase, a 70-75°C in una seconda, cioè la temperatura massima raggiungibile da microbi. Per raggiungere la temperatura necessaria all'autocombustione, sono necessarie ulteriori reazioni esotermiche di ossidazione. Tra i processi che portano all'autocombustione si possono ricordare anche la decomposizione (particelle complesse che si scindono in particelle semplici) e la polimerizzazione (particelle semplici che si legano formando particelle più complesse). Ovviamente, i processi sopracitati non sono sufficienti a provocare l'autocombustione. Altri fattori devono confluire al suo sviluppo, quali la temperatura, la disposizione del materiale, il grado di suddivisione e la porosità del materiale, l'umidità, la ventilazione, la presenza di sostanze catalizzatrici e il tempo di ignizione.

COME PREVENIRE L'AUTOCOMBUSTIONE

Materiali come il carbone, i colori ad olio, gli stracci e i materiali tessili in generale, il cuoio, il fieno, sono soggetti a processi di combustione spontanea. Per evitarlo, basta seguire alcuni punti:
1) Limitare gli accumuli di tali materiali, depositarli in mucchi di non più di 100-150 m3 con un'altezza massima di 3-4 metri. Mantenere dei corridoi tra i mucchi di almeno 2 metri di larghezza;
2) adoperare i muri tagliafuoco nei depositi. Nessun compartimento deve superare i 3000 m
2;
3) Nel caso dei sili, prevedere la possibilità di poter trasferire il materiale da un silo a un altro in caso di surriscaldamento anomalo;
4) se possibile sottoporre i prodotti ad un trattamento di pulitura/essiccazione;
5) Raffreddare i prodotti sottoposti a trattamento a caldo prima dell'immagazzinamento;
6) Tenere sempre sotto controllo la temperatura del prodotto immagazzinato;
7) Prevedere depositi intermedi di stagionatura o maturazione adeguatamente separati dagli altri.