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Anche in questo caso, ci troviamo davanti a una città sovraffollata, quasi completamente costruita in legno, dalla planimetria medievale. Quello scoppiato il 24 giugno 1547 fu l’ultimo di una serie di gravi incendi iniziati in aprile, e il più disastroso. Ebbe inizio nel Cremlino, e venne alimentato dalle scorte di polvere da sparo contenute nelle torri. Su una popolazione di 100.000 persone, più di 3000 persero la vita, e 80000 rimasero senza un tetto. Migliaia di famiglia si ritrovarono povere all’improvviso. Il grande incendio del 1547 è ricordato per aver dato il via alla rivolta contro la famiglia dello zar di quello stesso anno. La folla, infatti, senza più una casa, sfogò la propria rabbia accusando i familiari dello zar di avere appiccato volontariamente l'incendio con la stregoneria.

Ancora nei primi anni dell'800, Mosca era principalmente costruita in legno. La città possedeva un corpo specializzato nell'estinzione di incendi, ma quando le truppe francesi guidate da Napoleone entrarono a Mosca nel settembre 1812, il loro equipaggiamento era stato distrutto o portato via dagli abitanti stessi. La maggior parte dei moscoviti aveva abbandonato la città, invasa da soldati stranieri, che, utilizzando il fuoco sia per i loro bisogni che per depredare, causarono i primi focolai il 14 settembre. I primi incendi furono lasciati bruciare e presto si estesero a gran parte della città. Il 18 settembre, la maggior parte della città era ormai rasa al suolo. Stime successive hanno calcolato che le perdite materiali si aggirarono intorno ai 3/4 delle proprietà, mentre i corpi ritrovati dopo l'incendio furono 12000. Come negli altri casi di città distrutte dal fuoco, anche la planimetria di Mosca cambiò notevolmente, con strade più larghe e una disposizione dei quartieri più razionale. Purtroppo non fu possibile costruire i nuovi edifici in materiali diversi dal legno, per mancanza degli stessi. Gli edifici in legno, comunque, sono stati abbattuti e ricostruiti diversamente nel corso del tmepo.